20 Hertz: la puntata pilota del nuovo podcast è online!
Dopo giorni di appunti, idee sparpagliate e post-it attaccati al muro, dopo ore di ascolto e registrazione, dopo una scaletta in sei paginette scritte (da me) con una grafia che io stesso faccio fatica a decifrare, ci sono arrivato: la puntata pilota di 20 Hertz è pronta!
20 Hertz: dove il suono e il tatto si incontrano. Un’idea, una metafora per creare una comunità acustica fatta di voci, un’intimità sonora per accorciare le distanze, in particolare in questo periodo di confinamento. Un esperimento sonoro collettivo di cui questo podcast è come la punta dell’iceberg.
L’attitudine e i mezzi sono (come da tradizione) un po’ punk: in questo appartamento nulla è minimamente insonorizzato, sul computer che ho usato per il montaggio gira Ubuntu a 32 bit (avrà quasi 10 anni, ‘sta macchina) e la mia voce è registrata con i microfoni built-in di un Tascam DR-05. Ma l’urgenza di farlo uscire era alta (e oggi non è un giorno a caso); per la tecnica e la tecnologia: si migliorerà, promesso.
È, come quasi tutto, un esperimento e questa forma potrebbe non essere definitiva. Consigli, critiche e riflessioni sono benvenute. I dettagli relativi all’episodio seguono sotto la traccia audio di Soundcloud. Buon ascolto!
Le voci ascoltate in questa puntata pilota sono di: Sara (Faenza), Nicola (Zurigo), Eleonora (Innsbruck), Pierre (Avignone), Daris (Firenze), Giulia (Lione), Andrea (Avignone), Marta (Avignone). Grazie a loro e alle loro parole e grazie a tutti gli altri che mi hanno inviato le loro voci, senza le quali questo podcast non esisterebbe.
Mark Fisher è un autore che mi sta accompagnando da tempo: la sua lucidità e la sua profondità sono fondamentali per aiutarci a capire la realtà. Per iniziare a leggerlo, consiglio due titoli: Realismo capitalista (pubblicato da Nero Edizioni) e Il nostro desiderio è senza nome (pubblicato da minimum fax).
Il documentario che cito è 20 Hertz: A documentary about bass and low frequency sounds, realizzato da Will Deloney e disponibile qui (il link a YouTube è volutamente indiretto, per tutelare la vostra privacy).
Kate Tempest è una poetessa e performer britannica. L’estratto che cito nel podcast viene da Tunnel vision, incluso nella raccolta Let them eat chaos, pubblicato in edizione bilingue da e/o e disponibile anche in cd.
La sigla di apertura, i suoni sparpagliati qua e là e quelli di chiusura sono stati creati per 20 Hertz da Alessandro Morloi Grazioli, a cui va la mia fraterna gratitudine.
Questa prima puntata è dedicata a Ilaria: da un anno, la tua voce ci manca tantissimo.
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